Un nome che pesa, una città in bilico e una tifoseria che prova a riprendersi il suo futuro tra speranza e diffidenza
Il 16 febbraio 2015 resta una data simbolica per la storia recente della principale squadra della Città della Disfida. Nel giro di poche ore è infatti arrivata la notizia che Donato Fanelli, figura di riferimento della tifoseria biancorossa, è stato ufficialmente delegato alla cessione dell’80% delle quote societarie oggi in mano al presidente Giuseppe Perpignano.

Un mandato pieno, che autorizza Fanelli a trattare con un potenziale acquirente e a presentare al venditore le condizioni dell’operazione.
Il passaggio più delicato resta però quello del gradimento preventivo da parte dell’attuale proprietà: una clausola che di fatto permette al presidente uscente di esprimere un vero e proprio diritto di veto sul subentrante. Un dettaglio che spiega quanto la situazione societaria sia complessa e quanto la piazza viva questa fase con un misto di speranza e diffidenza.
La delega nasce al termine di una giornata segnata dal confronto tra il presidente e la tifoseria organizzata. Al centro della discussione c’era l’ormai conclamato dissesto economico che da mesi appesantisce la gestione del club. Mancati pagamenti, tensioni interne, stipendi fermi al palo: il quadro finanziario era diventato insostenibile già tra novembre e dicembre, quando molti tesserati non avevano ancora ricevuto il terzo bimestre.
La promessa di saldare gradualmente gli arretrati era stata ripetuta più volte dalla proprietà, ma gli impegni non sono stati rispettati. La situazione è precipitata quando, dei compensi relativi a novembre, solo quindici giocatori su ventotto si sono visti accreditare quanto dovuto. Un ritardo che ha inevitabilmente generato malumori nello spogliatoio e ha alimentato la sfiducia di un ambiente da troppo tempo costretto a convivere con annunci non seguiti dai fatti.
Da qui l’esigenza della tifoseria di ottenere un segnale concreto. Dopo ore di dialogo serrato, il presidente ha deciso di affidare a Fanelli la gestione della trattativa per il passaggio delle quote, riconoscendo implicitamente che la situazione attuale non è più sostenibile. La concessione della delega rappresenta una sorta di apertura, un ammissione della necessità di voltare pagina per salvaguardare il futuro del club.
La tifoseria, che da settimane segue con attenzione ogni sviluppo, ha accolto la svolta come un passo significativo. La preoccupazione però non scompare del tutto: la presenza del diritto di gradimento nelle mani del venditore lascia spazio al timore che la cessione possa arenarsi qualora l’attuale presidente decidesse di opporsi al subentrante. Una variabile che rende il percorso verso la soluzione finale ancora pieno di incertezze.
Questo clima di tensione è il risultato di anni difficili, segnati da continui rinvii, problemi burocratici e promesse non mantenute. Non sorprende quindi che una parte consistente della tifoseria abbia maturato una posizione critica nei confronti della gestione Perpignano, ormai percepito come un presidente di cui non ci si può fidare. Il malcontento non nasce da un singolo episodio, ma da una lunga sequenza di situazioni che hanno incrinato il rapporto di fiducia con la città.
Nonostante tutto, l’intervento della tifoseria organizzata dimostra un forte senso di responsabilità: il confronto si è svolto in un clima civile, con l’obiettivo comune di trovare una via d’uscita concreta e sostenibile. La speranza è che la delega possa tradursi in un reale passaggio di consegne e che la società riesca a ritrovare stabilità economica e credibilità agli occhi dei propri sostenitori.





