La Freccia del Sud ispira l’Inter: sulle pareti del centro sportivo di Appiano Gentile compare una delle frasi simbolo di Mennea, tra sacrificio, sogni e memoria sportiva
Sulla parete della nuova palestra di Appiano Gentile campeggia una frase che è quasi un manifesto di vita: “La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni”. Non è uno slogan qualunque, ma uno dei pensieri più celebri di Pietro Mennea, scelto dall’Inter per accompagnare ogni allenamento, ogni ripetuta, ogni seduta di palestra dei giocatori nerazzurri.
In poche parole c’è l’essenza della Freccia del Sud: l’idea che il sacrificio non sia mai fine a se stesso ma un ponte verso qualcosa di più grande, che si chiami record, vittoria o semplice crescita personale. Vederla scritta in un centro sportivo di calcio, lontano dalla pista, racconta meglio di molti discorsi quanto il suo messaggio sia ancora vivo.
Il “soffri ma sogni” racchiude lo spirito di un atleta che ha trascorso la vita a inseguire traguardi considerati impossibili, trasformando il talento in disciplina quotidiana. È una sintesi perfetta del modo in cui Mennea interpretava lo sport: non come dono concesso a pochi, ma come risultato di lavoro, studio, testa bassa e ostinazione.
Per le nuove generazioni di atleti, non solo nell’atletica, quella frase diventa una sorta di bussola morale: ricorda che dietro ogni momento di gloria ci sono chilometri invisibili, allenamenti invernali, sconfitte e ripartenze. Portarla sulle pareti di una palestra è come trasformare un muro in un allenatore silenzioso.
Il messaggio di Mennea è stato inserito dall’Inter accanto ad altre citazioni di leggende dello sport mondiale. Nella palestra di Appiano Gentile compaiono infatti anche le parole di Cassius Clay–Muhammad Ali, di Michael Jordan e di Giacinto Facchetti, icone di discipline diverse ma accomunate dalla stessa fame di migliorarsi.
Questa scelta trasforma il centro sportivo in una vera e propria mappa di ispirazioni, dove ogni frase diventa uno stimolo per i calciatori chiamati a confrontarsi ogni giorno con aspettative, pressione e limiti personali. Il nome di Mennea, tra quei giganti, certifica la sua appartenenza a un pantheon sportivo che va ben oltre i confini dell’atletica.
Il rapporto tra Pietro Mennea e il calcio non è stato solo distante ammirazione. La Freccia del Sud ha vissuto anche un’esperienza diretta nel mondo calcistico, entrando a far parte della dirigenza della Salernitana nella stagione 1998-1999 e avvicinandosi nel tempo all’universo pallonaro, fino a dichiararsi tifoso nerazzurro.
Negli ultimi anni della sua vita, Mennea aveva espresso simpatia per l’Inter anche grazie a un forte rapporto umano con Josè Mourinho, allenatore simbolo di una certa idea di rigore, ambizione e cura del dettaglio. Il fatto che proprio il club nerazzurro abbia scelto di fissare sulle proprie pareti una sua frase non è quindi un gesto casuale, ma un riconoscimento consapevole.
L’omaggio dell’Inter si aggiunge ai tanti tributi che lo sport italiano ha dedicato a chi ne ha riscritto la storia sulla pista. Mettere le sue parole davanti agli occhi dei calciatori significa ricordare ogni giorno che la vera grandezza nasce sempre da una miscela di fatica e sogni. Ed è difficile immaginare un messaggio più attuale, dentro e fuori dal campo.
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