La calma di Loredana Spera, il respiro, la freccia: da Barletta all’oro mondiale, la storia di un talento che cresce senza clamori
Loredana Spera non ama stare al centro dell’attenzione. Preferisce la riservatezza, parla poco, sorride molto, e lascia che siano il bersaglio e la distanza a dire tutto di lei. Eppure, questa ragazza di vent’anni capace di un’umiltà rara continua a portare il nome di Barletta in giro per il mondo. L’ultimo lampo è arrivato ai Mondiali Indoor di Ankara, dove ha conquistato l’oro nella finale a squadre dell’arco olimpico.
La gara in Turchia non è stata una passeggiata. La squadra femminile Junior, composta da Spera, Tatiana Andreoli e Tanya Giaccheri, si è trovata davanti l’agguerrito trio di Taipei. Una finale tiratissima, decisa su dettagli infinitesimali e su quella calma mentale che distingue le atlete mature dalle semplici promesse.
“Ci sono voluti alcuni secondi per realizzare cosa avevamo fatto”, racconta Spera. La voce tradisce ancora emozione. Una settimana è passata, ma l’eco dell’impresa continua a risuonare.
Non è la prima volta che queste tre ragazze firmano un capolavoro insieme. A Koper, in Slovenia, dodici mesi fa, avevano già vinto il titolo europeo nell’Arco Olimpico Junior. Contro avversarie tostissime, come la Russia, avevano dimostrato non solo qualità tecniche, ma anche un affiatamento costruito nel tempo.
La crescita di Spera passa anche dai suoi riferimenti. “Pia Lionetti lo è”, dice senza esitazioni. Una frase breve, sincera, che spiega molto di un’atleta che continua a guardare in alto senza perdere equilibrio.
Da qualche tempo Spera vive e si allena a Cantalupa, in provincia di Torino. Lontana da casa, immersa in una routine fatta di allenamenti, studio del gesto tecnico e lavoro mentale. “Non ho particolari scaramanzie”, sorride, “ma lavoro molto sul self-control”.
L’anno che si apre è pesante, pieno di significati. Il 2016 porta con sé il richiamo delle Olimpiadi. È un obiettivo che affascina, che stuzzica, ma che Spera non vuole forzare. “Sono all’ultimo anno Junior, non voglio affrettare i tempi. La squadra femminile potrebbe qualificarsi a giugno, ma non sappiamo ancora chi ricoprirà quel posto”.
C’è anche un appuntamento più vicino al suo percorso naturale: gli Europei Junior di luglio. Un’altra tappa che sente sua, un altro traguardo da inserire nel cammino. Intanto, l’oro mondiale resta lì: un risultato che racconta una ragazza forte, lucida e capace di brillare senza mai concedersi un tono sopra le righe.
La video-intervista restituisce tutto questo. Parole semplici, sguardo concentrato, la serenità di chi ha capito che l’arco è più di uno sport: è un modo di stare al mondo.
Pioggia, vento e determinazione: la Barletta Sportiva conquista Putignano con una prestazione corale da applausi…
Un nome sbagliato su un cartello racconta anni di indifferenza. Il palazzetto merita rispetto, così…
Un nome che pesa, una città in bilico e una tifoseria che prova a riprendersi…
Lo stadio Puttilli riparte tra mezzi in movimento e pioggia che rallenta. Un cantiere che…
Sette punti in tre partite, una squadra in crescita e cinque finali da giocare: il…
Novanta minuti di ritmi bassi e occasioni sciupate: al Puttilli Barletta e Aversa si annullano,…